NEGLI ULTIMI DIECI ANNI BOOM DI VERTENZE DELLE COLF (+50%) - MOLTE CONTESTANO LA DIFFERENZA TRA LE ORE DI LAVORO EFFETTUATE E QUELLE PAGATE - UNA SU TRE LAVORA IN NERO, A UNA SU DIECI NON VENGONO PAGATI I CONTRIBUITI
Guerra in casa tra famiglie e lavoratori domestici. Negli ultimi dieci anni, c'è stato un boom di vertenze inerenti il settore. Le motivazioni sono varie: nel 50% dei casi ad essere contestata dai lavoratori è una differenza tra le ore di lavoro realmente effettuate e quelle pagate, nel 35% si tratta di lavoro in nero e il 10% è per il mancato versamento del contributo per le coperture sanitarie integrative.
Il cuore del problema è rappresentato proprio dal lavoro non regolarizzato, che sia per la totalità del servizio prestato o solo per alcune ore.
Gli ultimi dati Istat rilevano che il lavoro domestico regolarizzato sta diminuendo, questo però non significa che sia diminuita la richiesta, le necessità degli italiani non sono cambiate, ma indica che le famiglie sono maggiormente in difficoltà.
lavoratori domestici, ad oggi, in Italia includendo gli irregolari, sono due milioni. La regione con il più alto numero di regolarizzati è la Lombardia. Segue il Lazio. Roma rimane la città con la maggior quantità di contratti. Il nero è diffuso soprattutto nel Centro-Sud e sta arrivando al Nord. Un aumento di casi si registra in Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana.
Moltissime famiglie si indebitano per garantire l’assistenza ai propri cari . Per il 40% delle famiglie la spesa per il lavoratore domestico rappresenta tra 10 e 30% del bilancio mensile. Per il 33%, l'incidenza va dal 30 al 50%. E nel 2030 la popolazione over75 dovrebbe aumentare, passando dal 21 al 27%. Nei prossimi venticinque anni si stima una crescita del 30% nella richiesta di badanti.
I costi alti degli stipendi per questo tipo di lavoro incidono pure sull'offerta. «Le donne rappresentano l'87% e molte italiane si stanno riavvicinando al settore. Erano intorno al 22% lo scorso anno, sono il 25% quest'anno. Il fenomeno è particolarmente evidente al Sud, dove rappresentano il 40%. Molte sono giovanissime, hanno tra 25 e 35 anni e non mancano diciottenni che, uscite da scuola, lavorano spesso in nero e sottopagate per aiutare la famiglia.
Potrebbe aiutare alla risoluzione del problema introdurre la possibilità per le famiglie di avere una deduzione/detrazione del 50% delle spese sostenute per il pagamento dello stipendio della badante: tale meccanismo renderebbe la spesa sostenuta per le collaboratrici familiari meno onerosa e renderebbe decisamente molto più conveniente la regolarizzazione dei rapporti di lavoro.